giovedì 29 marzo 2012

Back from Brazil... divario sociale e sicurezza.




Un consiglio che mi è stato dato subito da chi mi ha seguito durante la mia permanenza a San Paolo:
"non pensiare di venire in Brasile e di comportarti in maniera disinvolta come sei abituato a fare in Italia".

La cosa mi ha un po' lasciato perplesso, ma giustamente in un Paese dal forte divario sociale come il Brasile è facile incappare in disavventure... quindi seguiamo le indicazioni: niente orologio, borsello a tracolla, doppio portafogli (soldi e documenti + carte varie), giubbotto antiproiettile e casco anti sommossa (no, questi ultimi proprio no...!)


Ovviamente senza esagerare, si sente spesso di italiani "sfigati e sprovveduti" (ma non solo ovviamente...) che hanno vissuto brutte esperienze per strada a San Paolo, rapinati da delinquenti armati di pistola.


Coincidenza vuole che proprio la domenica in cui ero a San Paolo per un giro turistico, la sera abbia conosciuto un ragazzo italiano, con cui avevamo organizzato una cena di lavoro, che era appena stato "ripulito" da uno di questi deinquenti: pur essendo molto pratico di viaggi all'estero (responsabile commerciale per il sud America di una multinazionale telefonica) si è infilato in una via un po' buia e... potete immaginare.
Portafogli, Iphone, Blackberry... ciao, tutto perso per sempre.

Questo non era ne sfigato ne sprovveduto...

Beh non vorrei esagerare, ma in effetti guardando la periferia di San Paolo, già in autostrada si vede una massiccia presenza di favelas, un agglomerato di mattoni rossi, a formare baracche arroccate sulle colline circostanti la città a creare i barrios, quartieri in cui le condizioni di vita sono veramente difficili.

La vita per alcuni di questi disperati ha un valore decisamente basso, pertanto è sempre meglio consegnare tutto ciò che si ha in tasca se minacciati... anche perchè se ti fanno la perquisizione e ti trovano qualcosa che non gli hai dato...

...ci siamo capiti.

Mai girare in vie buie, sconosciute (in città vale in Italia ma vale anche in Brasile) e soprattutto evitare di farsi notare... abiti vistosi, griffe ostentate, orologi di valore, gioielli, meglio lasciarli in Italia per evitare problemi.




Quartiere "medio-basso" residenziale nei dintorni di Atibaia

Qui la cravatta, come dicono i brasiliani, "la si mette solo quando si incontra il presidente".
La formalità italiana non è necessaria, il brasiliano ha un approccio al business molto più informale, sebbene a San Paolo le similitudini con l'ambiente metropolitano stile New York è molto forte.

Per quanto riguarda le automobili moltissime sono le differenze rispetto all'Italia.
Qui l'auto è fortunatamente un mezzo di trasporto e non uno status symbol sociale.
Non che qui manchino le possibilità economiche: a San Paolo il costo della vita è decisamente alto, paragonabile agli standard delle metropoli più ricche.
Sia in provincia, sia a San Paolo auto sono tutte di dimensioni medio piccole, è raro imbattersi in SUV o auto di grande cilindrata come accade in Italia.

Favela di San Paolo


Le problematiche di sicurezza coinvolgono anche il mercato dell'auto: auto piccole, possibilmente con vetri oscurati, garantiscono alla classe A paulista l'anonimato che consente di rimanere al sicuro da assalti di malintenzionati.

Ho un po' divagato in questo post, meno comunicazione e più impressioni generali.... Comunque ho ancora qualcosa da dire sul tema comunicazione, specialmente per quanto riguarda gli stampatori in Brasile, os gráficos.

Quindi alla prossima... se vorrete!

1 commento:

  1. Caro Alessandro,
    Non conosco gli ambienti che hai frequentato e quindi non mi permetto di giudicare, ma per quanto riguarda São Paulo:
    - non indossare un buon vestito e cravatta in un incontro di lavoro é considerata una maleducazione in tutti i sensi, oltre a squalificare irrimediabilmente l'interlocutore.
    - São Paulo é il maggiore mercato di auto di grande cilindrata dopo gli Stati Uniti
    - l'auto "importada" é il principale status symbol di un brasiliano di classe elevata.
    Ti dico questo dopo dodici anni di vita in Brasile nell'ambiente di business.
    Le tue osservazioni sono validissime per quanto riguarda la classe medio-bassa (introito familiare fino a R$2000 mensili).
    A Rio, dove vivo, la situazione é differente e la cravatta realmente non é considerata fondamentale nell'ambiente di lavoro.
    Tutto ció é molto relativo se ti trovi a lavorare in un'azienda non brasiliana - per esempio, io lavoro in una multinazionale spagnola dove é normale vedere i direttori come me circolare in jeans e polo. MA ció non fa assolutamente parte della cultura brasiliana di business che é ancora estremamente formale, almeno a certi livelli.
    Ti mando un grande abbraccio e se passi da Rio vediamoci per una birra gelata!
    Fabrizio Gibin

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